"note di passione" - Michela Mirici Cappa

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"note di passione"

"note di passione" - olio su tela - 80*70 - (2009)

“L’abbraccio nella danza dentro e fuori dalla cornice: è l’eros che travalica, che fuoriesce nel tango della passione umana.
Spinte musicali ammiccanti nella romantica visione degli elementi deposti: strumento musicale, fiori.
Legami di una avvincente atmosfera di complicità, di lirica creazione.
Una musicalità deposta lievemente nello spazio compositivo.”
(Gilberto Carpo)

“NOTE DI PASSIONE è un’opera di immediata leggibilità, dove i vari elementi formali (la cornice, lo strumento musicale, i fiori, lo spartito musicale) costituiscono il risultato di un’accurata ricerca ritmica della composizione.
La scena è resa con una personalizzata compostezza classica dove le figure – in particolare la coppia che fuoriesce dalla cornice – abitano un fondale ricco di suggestioni cromatiche sfumate e delicate, con effetti di prezioso tonalismo”.
(Claudia Sensi, critico d’arte)

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“Rappresenta l’erotismo femminile incarnato dalla musica ed in maniera particolare dalla danza.
Pensiamo all’edicola soprastante in cui è rappresentata una cornice dalla quale prendono corpo tridimensionalmente due ballerini.
Un uomo il cui volto è coperto dal cappello tiene per mano una donna dalle spalle nude, mentre verso il basso è posto un sassofono che taglia in due lo spazio della composizione consentendo ad uno spartito di ricoprire la zona superiore e ad un mazzo di fiori di essere quasi in primissimo piano in basso a destra.
Elementi visivi, olfattivi, sonori, scandiscono simbolicamente l’atmosfera surreale del tango in cui la passione sfocia in un erotismo cieco, mosso soltanto dall’istinto domato dal ritmo e dall’eleganza, dalla metrica d’uno spartito in contrasto alle forti emozioni che i danzatori stimolano negli astanti.
Sembra di percorrere fisicamente indici o simboli d’una realtà vissuta autenticamente e di poter recepire, pur non vedendola, la forza di quell’abbraccio appassionato, di poter ascoltare, pur non sentendola, la musica assordante d’una sala gremita e di poter respirare, pur non potendo il profumo sconvolgente di quei fiori che descrivono un’atmosfera lontana.
Ma lo spartito stropicciato ci riporta con i piedi per terra poiché sintetizza un momento trascorso e ripetuto all’infinito che ci consuma dentro.
(Andrea Domenico Taricco, critico d’arte)

 
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